Solstizio d’inverno

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La luce ritorna

Mentre l’anno volge al termine, nel nostro emisfero, le notti si allungano e le ore di luce sono sempre più brevi, fino al giorno del Solstizio invernale. E di fatti il sole per circa tre giorni sorge sempre nello stesso punto. E’ uno dei momenti dell’anno più delicati: l’oscurità regna sovrana, ma nel momento del suo trionfo cede alla luce che, lentamente, inizia a prevalere sulle nebbie invernali. Dopo il Solstizio, la notte più lunga dell’anno, le giornate ricominciano poco alla volta ad allungarsi.

Come tutti i momenti di passaggio, il Solstizio d’inverno è un periodo carico di valenze simboliche dominato da una costellazione di miti e di simboli, echi ancestrali di un passato lontanissimo dei quali abbiamo ormai perso il significato originario.

La celebrazione dei Solstizi ha origini remote ed è legata al culto del Sole. Il Vecchio Sole, muore e si trasforma nel Sole Bambino che rinasce dall’utero della grande Madre Terra. Anche se i più freddi giorni dell’inverno ancora devono venire, sappiamo che con la rinascita del sole la Primavera ritornerà.

Il Sole ritorna sempre, e con lui la vita. Soffia sulla brace ed il fuoco rinascerà

Friedrich Nietzsche

I grandi monumenti megalitici della preistoria sono testimonianze mute ma possenti di queste tradizioni. A Stonehenge, il cerchio di pietre eretto in Inghilterra fra il 3100 e il 1700 a.C., il sole del Solstizio sorge all’alba attraverso il trilite di Sud-Est e proprio sopra la Altar Stone, la Pietra Altare. I costruttori di dolmen e menhir possedevano una notevole sapienza astronomica e appare evidente il loro interesse per il solstizio invernale e per la posizione della luna in questo periodo. A Newgrange, in Irlanda, il simbolismo era più spettacolare: nell’enorme tumulo eretto verso il 3200 a.C., un raggio del sole, che sorge all’alba del solstizio, percorre esattamente un lungo e strettissimo corridoio per illuminare la piccola cella interna. Molto più tardi, i Celti narreranno che Lugh, dio della luce, era stato sepolto a Newgrange, tomba e utero della sua rinascita.

Numerose sono le tradizioni che vedono la nascita di un dio all’interno di una caverna o grotta che simbolicamente rappresenta il cosmo stesso. A livello del microcosmo, entrare nella caverna, riproduce un momento di totale interiorizzazione dell’essere.

Nella tradizione cristiana vediamo la nascita di Gesù che avviene proprio all’interno di una grotta nel Solstizio d’inverno.

Il Sole e la Luce

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Il Sole e la Luce vengono associati all’idea d’immortalità dell’uomo, che opera la sua nascita spirituale sviluppando e superando il proprio stato sottile nella notte del solstizio d’inverno. In questa notte avviene la morte simbolica della propria profanità e dell’evento fisico del passaggio dalle tenebre alla luce. Il Sole che pian piano riconquista luce alle tenebre rispecchia l’iniziato che prende coscienza del proprio “risveglio interiore” ed inizia il suo percorso di ricerca iniziatica.

Questo processo simbolicamente si può interpretare come un’illuminazione riflessa che rischiara il buio della caverna: un fascio di luce che penetra da un’apertura della caverna e che genera quell’illuminazione di riflesso. Nell’ordine microcosmico, per quanto concerne l’organismo sottile individuale, tale apertura corrisponde al centro energetico che si trova sulla sommità del capo, il chakra della corona. Esso rappresenta il settimo livello del sistema dei chakra e corrisponde a ciò che nella Cristianità viene indicato come il settimo cielo. E’ lo stato di consapevolezza della libertà assoluta, la sede del Creatore. Secondo gli indú, al chakra della corona si fondono la Prakriti, la sostanza primordiale, e il Purusha, lo spirito, l’essenza.

Questo viaggio, così come viene concepito esotericamente, conduce verso la Conoscenza, la Verità e la Bellezza; è un cammino che inizia nel silenzio e nel buio più profondo dell’elemento Terra. È un viaggio fatto di tappe che scandiscono il ritmo che intercorre tra crescita e trasformazione, cicli minori in un ciclo maggiore perché, se da un punto di vista astro-fisico, al nostro pianeta Terra occorre un anno per compiere l’intero suo ciclo di rinnovamento, all’iniziato occorrono ben più stagioni, ben più ri-nascite, per completare un proprio esiguo segmento evolutivo.

Il percorso transita attraverso varie fasi alchemiche, racchiuse dai due momenti solstiziali: il Solstizio d’Inverno che illumina l’iniziato e quello Estivo che ne sancisce l’evoluzione; essi formano l’asse Nord-Sud, Capricorno-Cancro, in altra letteratura chiamati “Porta degli Dei” e “Porta degli uomini”: il momento più buio e quello della massima Luce.

Il percorso tra le due Porte, da quella invernale a quella estiva, corrispondono rispettivamente all’entrata e all’uscita dalla Caverna Cosmica: la prima porta, quella “degli uomini“, corrisponde al Solstizio d’Estate, cioè all’entrata del Sole nel segno zodiacale del Cancro; la seconda, quella “degli Dei“, al Solstizio d’Inverno, cioè all’entrata del Sole nel segno zodiacale del Capricorno. Attraverso queste porte l’Iniziato subisce la Purificazione, ed attua la Ricongiunzione Sacra, l’Armonia tra il Tempio Interiore ed il Tempio Esteriore. I due momenti solstiziali rappresentano dunque, simbolicamente, il punto di partenza ed il punto di arrivo, tappe fondamentali di questo percorso.

Iniziare forse non è difficile, ma portare a compimento, “arrivare”, richiede impegno e costanza